De Luca chiama Trump e Netanyahu “banditi” in un video, poi svela 30 anni di bugie che nessuno voleva ammettere

De Luca contro Trump e Netanyahu: “Banditi che diffondono fake news sull’Iran”

Vincenzo De Luca torna a far parlare di sé con dichiarazioni esplosive che stanno facendo il giro del web. Il Presidente della Regione Campania ha infatti lanciato un attacco durissimo contro quello che definisce il più grande inganno geopolitico degli ultimi trent’anni: la presunta minaccia nucleare iraniana. Durante il suo intervento sul canale YouTube de Il Fatto Quotidiano, De Luca ha smantellato la narrazione occidentale con un’analisi che ha conquistato centinaia di migliaia di visualizzazioni.

Il video ha raggiunto oltre 385mila visualizzazioni e quasi 20mila like in pochissimi giorni, diventando virale non solo per i contenuti provocatori, ma soprattutto per il modo diretto con cui il governatore campano demolisce quella che chiama “un’ondata di disinformazione orchestrata da banditi come Trump e Netanyahu”. Un linguaggio che non lascia spazio a interpretazioni e che ha diviso l’opinione pubblica italiana.

Iran nucleare: trent’anni di false profezie smascherati

De Luca entra nel merito della questione con dati precisi e incontrovertibili. Dal 1995 a oggi, Benjamin Netanyahu ha ripetuto ossessivamente che l’Iran avrebbe sviluppato la bomba atomica “entro due anni”, una previsione che si è rivelata sistematicamente sbagliata. Lo stesso ritornello è stato ripreso da Donald Trump durante la sua presidenza, ma dopo tre decenni di allarmismo il risultato rimane lo stesso: l’Iran non possiede ancora armi nucleari.

I dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica confermano che l’Iran possiede uranio arricchito al 60%, una percentuale significativamente inferiore al 90% necessario per uso militare. Per contestualizzare, il combustibile nucleare per scopi civili richiede solo un arricchimento del 3-5%. Nel frattempo, Israele dispone di circa 80-90 testate nucleari secondo le stime del Stockholm International Peace Research Institute, eppure questo arsenale raramente finisce sotto i riflettori dei media internazionali.

Doppi standard occidentali: affari con l’Arabia Saudita ma sanzioni all’Iran

L’analisi di De Luca diventa particolarmente tagliente quando evidenzia le contraddizioni della politica occidentale. Il governatore campano denuncia apertamente l’ipocrisia di chi “fa affari con l’Arabia Saudita che lapida le donne, ma considera l’Iran il nemico pubblico numero uno”. Una provocazione che mette in luce i doppi standard della comunità internazionale.

Le statistiche supportano questa tesi: secondo Human Rights Watch, l’Arabia Saudita ha eseguito 196 esecuzioni nel 2022, molte per reati non violenti. Nonostante ciò, l’Occidente continua a mantenere rapporti commerciali miliardari con Riad, vendendo armamenti e siglando accordi energetici. Al contrario, l’Iran subisce sanzioni sempre più severe, nonostante non abbia mai lanciato attacchi militari diretti contro paesi stranieri negli ultimi decenni.

Gaza e i diritti umani: oltre 45mila morti ignorati dall’Occidente

De Luca non risparmia critiche feroci anche sulla questione palestinese, tema che considera centrale per smascherare l’ipocrisia occidentale sui diritti umani. Mentre l’attenzione mediatica si concentra sulle presunte violazioni iraniane, a Gaza si contano oltre 45.000 morti civili secondo i dati del Ministero della Sanità palestinese, cifre confermate anche dalle Nazioni Unite.

Chi sta manipolando di più la narrazione sulla minaccia iraniana?
Netanyahu da anni
Trump e i media
I governi occidentali
La lobby delle armi
Arabia Saudita

Il bombardamento israeliano del 13 giugno 2025 contro l’Iran, condotto con 200 aerei secondo fonti militari internazionali, ha rappresentato il catalizzatore per questo sfogo. Un attacco che ha ricevuto l’appoggio occidentale nonostante violasse chiaramente il diritto internazionale. Per De Luca, questo episodio rappresenta l’ennesima dimostrazione di come i valori democratici vengano applicati con geometrie variabili a seconda degli interessi geopolitici.

Il ritorno alla legge del più forte: analisi geopolitica globale

L’aspetto più interessante dell’intervento di De Luca riguarda la sua lettura del momento storico attuale. Il governatore parla di un “ritorno allo stato di natura hobbesiano”, riferendosi alla filosofia di Thomas Hobbes secondo cui, in assenza di regole condivise e rispettate, prevale inevitabilmente la legge del più forte.

I dati internazionali confermano questa visione pessimistica: il Global Peace Index 2024 rivela che il mondo è diventato meno pacifico per il nono anno consecutivo. I conflitti armati attivi sono triplicati dal 1946 a oggi, mentre la spesa militare globale ha toccato i 2.443 miliardi di dollari nel 2023, un record assoluto secondo il Stockholm International Peace Research Institute.

Reazioni social e polarizzazione dell’opinione pubblica italiana

Il video ha generato reazioni contrastanti sui social network, dividendo nettamente l’opinione pubblica. I sostenitori di De Luca lo considerano “l’unico politico coraggioso abbastanza da dire la verità”, mentre i critici lo accusano di posizioni filo-iraniane. Questa polarizzazione riflette le profonde divisioni che attraversano il dibattito politico italiano su temi di politica estera.

Le domande scomode che nessuno vuole affrontare

Al di là delle polemiche e delle posizioni ideologiche, De Luca ha sollevato interrogativi che meritano riflessioni serie. Perché l’Iran, privo di armi nucleari, viene considerato più pericoloso di Israele che ne possiede decine? Perché l’Occidente mantiene rapporti commerciali con regimi autoritari quando conviene economicamente? Perché alcune vittime civili ricevono più attenzione mediatica di altre?

In un’epoca caratterizzata dalla disinformazione e dalle fake news, voci provocatorie come quella del governatore campano rappresentano un elemento di disturbo necessario. Costringono il pubblico a guardare oltre i titoli sensazionalistici e a interrogarsi sulle contraddizioni della politica internazionale. Come sottolinea lo stesso De Luca, “la verità è sempre rivoluzionaria”, soprattutto quando mette in discussione narrazioni consolidate e interessi geopolitici radicati.

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